Tutto questo tempo a chiedermi
Cos'è che non mi lascia in pace
Tutti questi anni a chiedermi
Se vado veramente bene
Così
Come sono
Così
Così un giorno
Ho scritto sul quaderno
Io farò sognare il mondo con la musica
Non molto tempo
Dopo quando mi bastava
Fare un salto per
Raggiungere la felicità
E la verità è
Ho aspettato a lungo
Qualcosa che non c'è
Invece di guardare il sole sorgere
Questo è sempre stato un modo
Per fermare il tempo
E la velocità
I passi svelti della gente
La disattenzione
Le parole dette
Senza umiltà
Senza cuore così
Solo per far rumore
Ho aspettato a lungo
Qualcosa che non c'è
Invece di guardare
Il sole sorgere
E miracolosamente non
Ho smesso di sognare
E miracolosamente
Non riesco a non sperare
E se c'è un segreto
E' fare tutto come
Se vedessi solo il sole
Un segreto è fare tutto
Come se
Fare tutto
Come se
Vedessi solo il sole
Vedessi solo il sole
Vedessi solo il sole
E non
Qualcosa che non c'è
venerdì 29 giugno 2007
martedì 26 giugno 2007
Il gioco come “modello” per interpretare i fenomeni del mondo reale
Un mio amico ha attirato la mia attenzione su una tematica interessante: la teoria dei giochi.
Mi ha passato un articolo di Ernesto D'Avanzo intitolato "Il gioco come modello per interpretare i fenomeni del mondo".
Lo trovo incredibilmente vero ho deciso quindi di riportare integralmente l'articolo evidenziando le parti per me più interessanti.
Un gioco prima ancora di essere un divertimento è, per il suo inventore, un’astrazione (o un
modello, come preferiscono dire gli addetti ai lavori) di fenomeni del mondo reale. E l’utilità’ di un
gioco, almeno per i teorici, i cosiddetti game theorists, sta proprio nella sua abilità sia di descrivere
fenomeni del mondo sia di prevederne gli esiti con una certa accuratezza.
La vendita all’asta di un dollaro e’ un divertente gioco nato come tentativo di spiegare il problema
della tossicodipendenza. Il gioco descrive una serie di fenomeni sociali e naturali, attraendo cosi
l’interesse di fisici, biologi, sociologi, esperti di politica e esperti di strategie militari mentre i filosofi
e gli psicologi ne sono interessati per le sue implicazioni nei processi decisionali.
Il gioco, utilissimo nella descrizione, o modellizzazione, dei conflitti insegna che la strategia
vincente e’ di uscire preventivamente oppure evitare di prendervi parte.
Si tratta di una vera e propria asta, con tanto di banditore e di offerenti e tutte le regole di una
buona asta, ovvero il miglior offerente si aggiudica il bene (nel nostro caso il dollaro). L’unica
eccezione rispetto a un’asta ordinaria e’ che il secondo miglior offerente deve pagare la somma
offerta senza tuttavia avere nulla in cambio.
Nel 1971 il Journal of Conflict Resolution pubblicò un lavoro di Martin Shubik che, agli inizi degli
anni ’50, insieme al Nobel John Nash, aveva ideato una versione del gioco. Nel suo resoconto
Shubik sostiene che talvolta è riuscito a vendere il dollaro anche per più di tre dollari, oltre ad
intascare, come prescritto dalle regole, la somma del secondo offerente (si racconta di una vendita
di un dollaro per circa venti dollari).
L’asta presenta tre “punti crititci”. Il momento iniziale e’, secondo Shubik, il primo,
persone potrebbero non prendere parte al gioco. La soglia dei 50 cent e’ il secondo
in quanto i partecipanti potrebbero riflettere sul fatto che il valore della posta in gioco
raggiunto (considerando l’offerta del primo e del secondo offerente) e il banditore
e’ l’unico vero vincitore.
Il terzo “punto critico” del gioco e’ la soglia del dollaro. A questo punto, il miglior
perderebbe ancora nulla, paga 1 dollaro per avere 1 dollaro, mentre il secondo
perderebbe 99 cent senza avere nulla in cambio. Quest’ultimo allora alza la posta
aggiudicarsi il dollaro perdendo solo qualche cent. L’avversario fa lo stesso discorso
via a una rapida escalation fra i concorrenti e raggiungere cosi’ poste molto alte.
Gli psicologi sperimentali hanno riprodotto il gioco in laboratorio, dove i partecipanti potessero
seguire determinati protocolli e osservare con le apparecchiature a loro disposizione gli stati
emotivi e cognitivi dei soggetti. Ebbene l’inclinazione dei soggetti a proseguire irrazionalmente
nell’escalation è stata confermata. I partecipanti hanno mostrato evidente sudorazione, angoscia, e
alterazioni del battito cardiaco, mostrando stati di stress simili a quelli dei paracadutisti che si
lanciano da un aeroplano. Non poco per un semplice gioco di società.
Ma come è possibile vincere nel gioco dell’asta e evitare la spirale dell’escalation? Beh, prima che
inizi l’asta sarebbe bene che i partecipanti si rendessero subito conto della “trappola” e non
prendessero parte al gioco. In questa situazione nessuno perderebbe nulla e il banditore non
guadagnerebbe nulla. Ma questa è solo la soluzione in una condizione ideale. Nella fattispecie una
volta che si è ingannati e si è coinvolti è ancora possibile per i giocatori uscire senza perdere nulla.
Basterebbe, infatti, che di comune accordo decidessero di fermarsi prima che l’offerta raggiunga i 50 cent e dividessero, poi, il dollaro fra di loro. Il banditore sarebbe l’unico a perderci. In generale,
la cosa migliore, una volta iniziata l’asta è uscirne prima possibile.
Molti fenomeni nella nostra vita quotidiana sono modellizzabili dal gioco dell’asta. Penso che a
tante persone sia capitato di stare alla fermata dell’autobus e aspettarlo invano. Maggiore è il
tempo di attesa meno si è propensi a rinunciare e prendere un taxi o fare una passeggiata. Si è
investito troppo nell’attesa e l’idea di abbandonare la fermata con la prospettiva che l’autobus
possa arrivare dopo pochi attimi è irrazionalmente dominante.
Anche il gioco del lotto è un’asta. I giocatori fanno presto ad entrare nel meccanismo
dell’escalation: basta puntare un po’ di soldi su un numero che non esce da un po’ di tempo.
Appena la somma scommessa diventa significativa il giocatore entra nella “spirale” cercando di
rifarsi delle somme scommesse rimettendoci talvolta una fortuna. Chi incassa (il banditore) è
l’unico a essere felice.
Lo sciopero è un altro tipico esempio in cui tutte le parti in “conflitto” quasi sempre ne escono
sconfitte. La parte che proclama lo sciopero quasi mai riesce a ottenere un beneficio che possa
compensare i danni causati dallo sciopero.
Le guerre, infine, rappresentano un tipico esempio in cui entrambi le parti (vincitori e vinti) “pagano”
un prezzo troppo alto (in termini di vite umane) qualunque sia la posta in gioco. La vendita all’asta
mostra la trappola dell’escalation nella quale cadono i paesi belligeranti. Tanti conflitti passati e
presenti ne sono una prova. L’oggetto conteso dalle parti, per esempio un territorio, rappresenta il
nostro dollaro messo all’asta, gli offerenti dell’asta sono le spese militari sostenute da ciascun
paese coinvolto mentre il banditore è colui che raccoglie i benefici delle spese militari delle
nazioni.
Mi ha passato un articolo di Ernesto D'Avanzo intitolato "Il gioco come modello per interpretare i fenomeni del mondo".
Lo trovo incredibilmente vero ho deciso quindi di riportare integralmente l'articolo evidenziando le parti per me più interessanti.
Un gioco prima ancora di essere un divertimento è, per il suo inventore, un’astrazione (o un
modello, come preferiscono dire gli addetti ai lavori) di fenomeni del mondo reale. E l’utilità’ di un
gioco, almeno per i teorici, i cosiddetti game theorists, sta proprio nella sua abilità sia di descrivere
fenomeni del mondo sia di prevederne gli esiti con una certa accuratezza.
La vendita all’asta di un dollaro e’ un divertente gioco nato come tentativo di spiegare il problema
della tossicodipendenza. Il gioco descrive una serie di fenomeni sociali e naturali, attraendo cosi
l’interesse di fisici, biologi, sociologi, esperti di politica e esperti di strategie militari mentre i filosofi
e gli psicologi ne sono interessati per le sue implicazioni nei processi decisionali.
Il gioco, utilissimo nella descrizione, o modellizzazione, dei conflitti insegna che la strategia
vincente e’ di uscire preventivamente oppure evitare di prendervi parte.
Si tratta di una vera e propria asta, con tanto di banditore e di offerenti e tutte le regole di una
buona asta, ovvero il miglior offerente si aggiudica il bene (nel nostro caso il dollaro). L’unica
eccezione rispetto a un’asta ordinaria e’ che il secondo miglior offerente deve pagare la somma
offerta senza tuttavia avere nulla in cambio.
Nel 1971 il Journal of Conflict Resolution pubblicò un lavoro di Martin Shubik che, agli inizi degli
anni ’50, insieme al Nobel John Nash, aveva ideato una versione del gioco. Nel suo resoconto
Shubik sostiene che talvolta è riuscito a vendere il dollaro anche per più di tre dollari, oltre ad
intascare, come prescritto dalle regole, la somma del secondo offerente (si racconta di una vendita
di un dollaro per circa venti dollari).
L’asta presenta tre “punti crititci”. Il momento iniziale e’, secondo Shubik, il primo,
persone potrebbero non prendere parte al gioco. La soglia dei 50 cent e’ il secondo
in quanto i partecipanti potrebbero riflettere sul fatto che il valore della posta in gioco
raggiunto (considerando l’offerta del primo e del secondo offerente) e il banditore
e’ l’unico vero vincitore.
Il terzo “punto critico” del gioco e’ la soglia del dollaro. A questo punto, il miglior
perderebbe ancora nulla, paga 1 dollaro per avere 1 dollaro, mentre il secondo
perderebbe 99 cent senza avere nulla in cambio. Quest’ultimo allora alza la posta
aggiudicarsi il dollaro perdendo solo qualche cent. L’avversario fa lo stesso discorso
via a una rapida escalation fra i concorrenti e raggiungere cosi’ poste molto alte.
Gli psicologi sperimentali hanno riprodotto il gioco in laboratorio, dove i partecipanti potessero
seguire determinati protocolli e osservare con le apparecchiature a loro disposizione gli stati
emotivi e cognitivi dei soggetti. Ebbene l’inclinazione dei soggetti a proseguire irrazionalmente
nell’escalation è stata confermata. I partecipanti hanno mostrato evidente sudorazione, angoscia, e
alterazioni del battito cardiaco, mostrando stati di stress simili a quelli dei paracadutisti che si
lanciano da un aeroplano. Non poco per un semplice gioco di società.
Ma come è possibile vincere nel gioco dell’asta e evitare la spirale dell’escalation? Beh, prima che
inizi l’asta sarebbe bene che i partecipanti si rendessero subito conto della “trappola” e non
prendessero parte al gioco. In questa situazione nessuno perderebbe nulla e il banditore non
guadagnerebbe nulla. Ma questa è solo la soluzione in una condizione ideale. Nella fattispecie una
volta che si è ingannati e si è coinvolti è ancora possibile per i giocatori uscire senza perdere nulla.
Basterebbe, infatti, che di comune accordo decidessero di fermarsi prima che l’offerta raggiunga i 50 cent e dividessero, poi, il dollaro fra di loro. Il banditore sarebbe l’unico a perderci. In generale,
la cosa migliore, una volta iniziata l’asta è uscirne prima possibile.
Molti fenomeni nella nostra vita quotidiana sono modellizzabili dal gioco dell’asta. Penso che a
tante persone sia capitato di stare alla fermata dell’autobus e aspettarlo invano. Maggiore è il
tempo di attesa meno si è propensi a rinunciare e prendere un taxi o fare una passeggiata. Si è
investito troppo nell’attesa e l’idea di abbandonare la fermata con la prospettiva che l’autobus
possa arrivare dopo pochi attimi è irrazionalmente dominante.
Anche il gioco del lotto è un’asta. I giocatori fanno presto ad entrare nel meccanismo
dell’escalation: basta puntare un po’ di soldi su un numero che non esce da un po’ di tempo.
Appena la somma scommessa diventa significativa il giocatore entra nella “spirale” cercando di
rifarsi delle somme scommesse rimettendoci talvolta una fortuna. Chi incassa (il banditore) è
l’unico a essere felice.
Lo sciopero è un altro tipico esempio in cui tutte le parti in “conflitto” quasi sempre ne escono
sconfitte. La parte che proclama lo sciopero quasi mai riesce a ottenere un beneficio che possa
compensare i danni causati dallo sciopero.
Le guerre, infine, rappresentano un tipico esempio in cui entrambi le parti (vincitori e vinti) “pagano”
un prezzo troppo alto (in termini di vite umane) qualunque sia la posta in gioco. La vendita all’asta
mostra la trappola dell’escalation nella quale cadono i paesi belligeranti. Tanti conflitti passati e
presenti ne sono una prova. L’oggetto conteso dalle parti, per esempio un territorio, rappresenta il
nostro dollaro messo all’asta, gli offerenti dell’asta sono le spese militari sostenute da ciascun
paese coinvolto mentre il banditore è colui che raccoglie i benefici delle spese militari delle
nazioni.
giovedì 21 giugno 2007
Non ci resta che piangere.
Recentemente ho rivisto per la millesima volta "Non ci resta che piangere" film dell' 85 interpretato e diretto da Roberto Benigni e Massimo Troisi.
Due geni. :)
In particolare ho trovato geniale l'incontro con...
...Leonardo Da Vinci.
Sto ancora ridendo pensando alla scena in cui Benigni vuole spiegare a Leonardo il treno.
Ho trovato qualche spezzone su youtube ma purtroppo non quello del treno.
Se per caso qualcuno non l'ha ancora visto rimediate il prima possibile.
Troisi insegna a Leonardo a giocare a scopa
Troisi spiega il termometro
Due geni. :)
In particolare ho trovato geniale l'incontro con...
...Leonardo Da Vinci.
Sto ancora ridendo pensando alla scena in cui Benigni vuole spiegare a Leonardo il treno.
Ho trovato qualche spezzone su youtube ma purtroppo non quello del treno.
Se per caso qualcuno non l'ha ancora visto rimediate il prima possibile.
Troisi insegna a Leonardo a giocare a scopa
Troisi spiega il termometro
martedì 19 giugno 2007
Neil Young - Heart Of Gold
Stupenda canzone di Neil Young. A suo tempo avevo postato il video.
Ora posto il testo della canzone. Come vi sembra ?
Ora posto il testo della canzone. Come vi sembra ?
I want to live,
I want to give
Ive been a miner for a heart of gold.
Its these expressions I never give
That keep me searching for a heart of gold
And Im getting old.
Keeps me searching for a heart of gold
And Im getting old.
Ive been to hollywood
Ive been to redwood
I crossed the ocean for a heart of gold
Ive been in my mind, its such a fine line
That keeps me searching for a heart of gold
And Im getting old.
Keeps me searching for a heart of gold
And Im getting old.
Keep me searching for a heart of gold
You keep me searching for a heart of gold
And Im getting old.
Ive been a miner for a heart of gold.
I want to give
Ive been a miner for a heart of gold.
Its these expressions I never give
That keep me searching for a heart of gold
And Im getting old.
Keeps me searching for a heart of gold
And Im getting old.
Ive been to hollywood
Ive been to redwood
I crossed the ocean for a heart of gold
Ive been in my mind, its such a fine line
That keeps me searching for a heart of gold
And Im getting old.
Keeps me searching for a heart of gold
And Im getting old.
Keep me searching for a heart of gold
You keep me searching for a heart of gold
And Im getting old.
Ive been a miner for a heart of gold.
giovedì 14 giugno 2007
CrossLoop:assistenza remota in due click
Spesso e volentieri qualche amico mi chiede aiuto per il computer. Normalmente usavo canali come msn o skype(alcune volte sono rimasto penso due ore collegato). Nei casi più difficili magari ho usato TightVNC che richiede un installazione laboriosa che potrebbe mettere in difficoltà utenti meno esperti.
Anche oggi mi si è presentata una richiesta d'aiuto ed ho deciso di provare CrossLoop,(ne avevo già sentito parlare grazie a Giovy).
Sono rimasto favorevolmente colpito in particolare per la facilità d'uso.
Come funziona?
1) Si scarica il programma
2) Si installa e si esegue.
3) Una volta eseguito comparirà una finestrella come questa
4) Ci sono due tab: assistente ed host. Il tab host è per la persona che ha bisogno d'aiuto. Nel tab host troverte un numero da inserire nel tab assistenze dell'altro utente.
5) Si preme connetti e per magia si può intervenire direttamente sul computer host.
Veramente semplice, funziona dietro firewall e reti nattate senza problemi. L'unica pecca che si possa utilizzare solo sotto Windows al momento. Peccato.
martedì 5 giugno 2007
Il comportamento dei politici
Nell'Economist è apparso un articolo molto interessante sul comportamento dei politici. Il discorso è centrato in particolar modo sui cambiamenti climatici e se i politici debbano o meno dare il buon esempio. Discorso comunque che vale anche in generale.
Ci sono due correnti di pensiero: i "nordisti" che sostengono che i politici debbano scendere in campo adottando abitudini e comportamenti che posso essere presi ad esempio dai cittadini, e i "suddisti" che affermano che in prima istanza il ruolo del politico sia quello di legiferare e di far applicare le leggi.
Questo è un riassunto grossolano dell'articolo. Appena ho tempo lo traduco interamente.
Voi che ne pensate ?
lunedì 4 giugno 2007
Sono stufo
Spesso sono stufo. Il problema capire di cosa. Stufo di tutto.
Stufo di andare avanti. Stufo di svegliarmi, stufo che quando sembra andare tutto si presenti qualcosa che non va. (Immaginario o reale che sia).
Nessuno può permettersi di giudicare i problemi degli altri dandogli un peso di importanza secondo la sua scala di valori.
Qualcuno diceva tutto è relativo. Niente di più vero se applicato all'uomo. Ognuno ha le sue esperienze e le sue personali sofferenze. L'uomo di per se è una creatura infelice. Forse perché la ricerca della felicità lo rende tale.
Mi domando quando uno è cosi stufo cosa può fare ?
Analizzando obiettivamente non manca nulla. Non c'e' nulla che, secondo la comune oppinione, potrebbe rendere infelici. Eppure invece ......
Ma forse essere stufi è una stato diverso che differisce in qualche modo dall'infelicità. Forse si avvicina di più all'apatia e probabilmente è un prodromo di qualcosa che verrà.
Cosa ? Non lo so e non lo voglio nemmeno sapere. Non ci voglio nemmeno iniziare a pensare, mi spaventerebbe.
Sono stufo tanto*1000^1000 stufo.
Stufo di andare avanti. Stufo di svegliarmi, stufo che quando sembra andare tutto si presenti qualcosa che non va. (Immaginario o reale che sia).
Nessuno può permettersi di giudicare i problemi degli altri dandogli un peso di importanza secondo la sua scala di valori.
Qualcuno diceva tutto è relativo. Niente di più vero se applicato all'uomo. Ognuno ha le sue esperienze e le sue personali sofferenze. L'uomo di per se è una creatura infelice. Forse perché la ricerca della felicità lo rende tale.
Mi domando quando uno è cosi stufo cosa può fare ?
Analizzando obiettivamente non manca nulla. Non c'e' nulla che, secondo la comune oppinione, potrebbe rendere infelici. Eppure invece ......
Ma forse essere stufi è una stato diverso che differisce in qualche modo dall'infelicità. Forse si avvicina di più all'apatia e probabilmente è un prodromo di qualcosa che verrà.
Cosa ? Non lo so e non lo voglio nemmeno sapere. Non ci voglio nemmeno iniziare a pensare, mi spaventerebbe.
Sono stufo tanto*1000^1000 stufo.
sabato 2 giugno 2007
Leopardi, A se stesso XXVIII
Or poserai per sempre,
stanco mio cor. Perì l'inganno estremo,
ch'eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
in noi di cari inganni,
non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
palpitasti. Non val cosa nessuna
i moti tuoi, nè di sospiri è degna
la terra. Amaro e noia
la vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T'acqueta omai. Dispera
l'ultima volta. Al gener nostro il fato
non donò che il morire. Omai disprezza
te, la natura, il brutto
poter che, ascoso, a comun danno impera,
e l'infinita vanità del tutto.
stanco mio cor. Perì l'inganno estremo,
ch'eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
in noi di cari inganni,
non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
palpitasti. Non val cosa nessuna
i moti tuoi, nè di sospiri è degna
la terra. Amaro e noia
la vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T'acqueta omai. Dispera
l'ultima volta. Al gener nostro il fato
non donò che il morire. Omai disprezza
te, la natura, il brutto
poter che, ascoso, a comun danno impera,
e l'infinita vanità del tutto.
( Leopardi, A se stesso XXVIII)
venerdì 1 giugno 2007
Bush: "Bisogna ridurre i gas nocivi"
Cosa succede ?
Sono sveglio o sto sognando ??
Oggi leggendo la repubblica scopro che Bush vuole ridurre i gas nocivi.
Si proprio lui che la prima cosa che fece quando sostituì Clinton fu cancellare i patti di chioto. Si lui che per il Dio soldo ha fatto di tutto.
L'unica cosa che penso possa spiegare questo fatto sia che non potrà venire rieletto in ogni caso e magari vuole riacquistare punti (che gli farebbero comodo se li potesse aggiungere al suo QI) di fronte all'opinione pubblica. Oppure sa qualcosa che noi non sappiamo.
Riassumiamo brevemente cosa vuole fare George W. Bush.
Vuole organizzare entro la fine dell'anno una conferenza internazionale per discutere come combattere l'effetto serra. Tradizionalmente scettico verso ogni analisi che mettesse in relazione l'inquinamento atmosferico con il riscaldamento globale, contrario al protocollo di Kyoto e in polemica con la cancelliera tedesca Angela Merkel proprio sugli impegni da prendere al G8 sul clima, il presidente americano ieri ha cambiato radicalmente strategia. Non senza creare nuove perplessità, con l'accusa da parte di molti gruppi ambientalisti di essersi mosso solo per prendere tempo e per far deragliare qualunque accordo al G8 in Germania.
Forse Philip Clapp, presidente del National Environmental Trust, ha ragione. Secondo Philip Clapp si tratta di "un chiaro sforzo di spostare l'attenzione dal rifiuto americano alla proposta di ridurre le emissioni in discussione al G8: dopo essere stata fuori dal dibattito per anni, l'Amministrazione Bush non è credibile". Ancora più duri Greenpeace e il Wwf , che non credono alla svolta.
Sono sveglio o sto sognando ??
Oggi leggendo la repubblica scopro che Bush vuole ridurre i gas nocivi.
Si proprio lui che la prima cosa che fece quando sostituì Clinton fu cancellare i patti di chioto. Si lui che per il Dio soldo ha fatto di tutto.
L'unica cosa che penso possa spiegare questo fatto sia che non potrà venire rieletto in ogni caso e magari vuole riacquistare punti (che gli farebbero comodo se li potesse aggiungere al suo QI) di fronte all'opinione pubblica. Oppure sa qualcosa che noi non sappiamo.
Riassumiamo brevemente cosa vuole fare George W. Bush.
Vuole organizzare entro la fine dell'anno una conferenza internazionale per discutere come combattere l'effetto serra. Tradizionalmente scettico verso ogni analisi che mettesse in relazione l'inquinamento atmosferico con il riscaldamento globale, contrario al protocollo di Kyoto e in polemica con la cancelliera tedesca Angela Merkel proprio sugli impegni da prendere al G8 sul clima, il presidente americano ieri ha cambiato radicalmente strategia. Non senza creare nuove perplessità, con l'accusa da parte di molti gruppi ambientalisti di essersi mosso solo per prendere tempo e per far deragliare qualunque accordo al G8 in Germania.
Forse Philip Clapp, presidente del National Environmental Trust, ha ragione. Secondo Philip Clapp si tratta di "un chiaro sforzo di spostare l'attenzione dal rifiuto americano alla proposta di ridurre le emissioni in discussione al G8: dopo essere stata fuori dal dibattito per anni, l'Amministrazione Bush non è credibile". Ancora più duri Greenpeace e il Wwf , che non credono alla svolta.
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