mercoledì 23 luglio 2008

Pantani: Una triste storia di depressione


Ormai su Marco Pantani si sono spese parecchie parole. Ieri su raiclick ho visto la fiction che raccontava la sua vita. Tralasciando stare la qualità dell'opera in se (pessima), ma concentrandosi solo sulla storia dell'uomo riusciamo forse a capire cosa la depressione sia e come non risparmi nessuno.

Analizzando la storia di Marco Pantani si capisce chiaramente che la depressione è una malattia dell'anima che poco ha a che fare con le cose materiali che ci circondano. Aveva tutto successo, soldi e cosi via eppure da quella maledetta Madonna di Campiglio tutto cambiò per lui.

Anche se era circondato da persone che volevano aiutarlo non c'è stato modo di aiutarlo.

Rimane e rimarrà un mito del ciclismo come pochi ce ne sono stati.

Chiunque volesse commentare questo post con della facile demagogia riguardo il doping, lo pregherei di evitare.

5 commenti:

Grissino ha detto...

Ma non ti viene il dubbio che i suoi successi fossero dopati? Sembra che nel ciclismo (ma secondo me in tutti gli sport professionisti) il doparsi é pratica comune. Chi piú chi meno, chi legalmente chi no... ma sempre barare é. E, parere personale, non me la sento di dire che Pantani fosse un santo.

Anonimo ha detto...

Non ho detto che sia stato un santo. Primo difficilmente esprimo giudizio, secondo rimango dell'oppinione che sia un grande campione. E' stato fermato per un valore due punti superiore al normale. 2 PUNTI. Il giorno stesso il suo ematocrito è risultato 48 anziché 52.

Il punto non è questo si parla di una dramma di un uomo e fare commenti cosi mi sembra alquanto puerile.

Nessuno su questo mondo è un santo, tutti commettiamo errori.

Anonimo ha detto...

Beh, quando uno diventa una celebritá, si scinde in due parti: uomo e celebritá. Se, dal punto di vista umano, posso concordare con te, da quello di spettatore di gare di ciclismo non posso che condannarlo. Quando uno ha piú ruoli, deve attenersi a certe regole che variano a seconda del ruolo. O tu forse vai al lavoro coi pantaloncini corti e in spiaggia in giacca e cravatta?
;-)

GlitterVictim ha detto...

Io concordo con Grissino, quello è un giro losco. E poi chissà quanto c'è di vero nelle storie che ci raccontano.

anto ha detto...

Ragazzi la gente è invidiosa, falsa, ipocrita, malvaggia, egelosa,impulsiva, ecc.Ma vi rendete conto che se ne sono lavate le mani subito dopo la sua morte???? ci pensate ad una dignità, ad un rispetto fisico e morale?? Marco non è stato aiutato per niente....anzi lo hanno condannato in primis: i giornalisti, la tv, i tifosi, e la gente comune che non sa pesare le parole!!!!!!!!!! il fatto è che un vero campione la gente non sa tenerselo mai!!!!