In molte filosofie/religioni orientali è quello che cercano di perseguire con varie tecniche meditative.
Se vi fermate due secondi ad osservare la vostra mente vi accorgerete che potete sentire i pensieri. Sono la voce che avete dentro la testa.
Il pensiero può essere funzionale se impiegato per organizzare la nostra vita tipo:
"comprare il latte"
"domani andare in palestra"
Il pensiero diventa una "calamità" quando si trasforma in un pensiero compulsivo. Un pensiero che ci ripropone situazione del passato o è concentrato sul futuro. Può portare sofferenza facendoci vivere situazioni del passato e può portare paure irrazionali per il futuro.
Imparare ad osservare il pensiero è una via per riuscire a vivere il presente appieno.
Ma se riuscite ad osservare il pensiero. Chi osserva chi ?
Vuol dire che io non sono la mia mente e allora cosa sono ?
Significa che non mi devo identificare con la mia mente ?
Purtroppo non è semplice fermare i pensieri compulsivi. Riuscirci solo anche per pochi secondi è un esperienza appagante di per se.
Vivere il presente è il modo migliore per apprezzare la vita. Non sto parlando di vivere alla giornata. I piani vanno fatti ma senza che questi possano influire sul presente.
Nel presente ci potrebbero essere situazioni spiacevoli. In questo caso le strade sono due:
1) intraprendere le azioni necessarie per cambiare questa situazione
2) se non fosse possibile, accettare la situazione realmente. Prendere atto che al momento la situazione è cosi. Attenzione non sto parlando di rassegnazione. Accettazione.
Purtroppo come vi sareti accorti la mia padronanza della lingua italiano non mi permette di esprime i concetti al meglio. (Sono pure dislessico quindi .... )
Ricordatevi il passato e il futuro sono solo un illusione. (Ci sono dei paper che ne parlano sia dal punto di vista scientifico e filosofico)
Un esempio (un pò forte) che ho letto da qualche parte è il seguente:
Pensate ad un caro che sia scomparso. Giustamente soffrirete per la perdità e cosi via. Ma se riflettete nella situazione presente non c'è sofferenza. Nella realtà non c'è sofferenza. Il pensiero che torna al ricordo ce la provoca.
Questo non significa essere cinici.
Provate a rifletterci.
Vi ha lasciato una/o ragazza/o. Cosa vi fa soffrire nel presente? In questo istante che state leggendo ?
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