martedì 26 giugno 2007

Il gioco come “modello” per interpretare i fenomeni del mondo reale

Un mio amico ha attirato la mia attenzione su una tematica interessante: la teoria dei giochi.
Mi ha passato un articolo di Ernesto D'Avanzo intitolato "Il gioco come modello per interpretare i fenomeni del mondo".

Lo trovo incredibilmente vero ho deciso quindi di riportare integralmente l'articolo evidenziando le parti per me più interessanti.

Un gioco prima ancora di essere un divertimento è, per il suo inventore, un’astrazione (o un
modello, come preferiscono dire gli addetti ai lavori) di fenomeni del mondo reale. E l’utilità’ di un
gioco, almeno per i teorici, i cosiddetti game theorists, sta proprio nella sua abilità sia di descrivere
fenomeni del mondo sia di prevederne gli esiti con una certa accuratezza.
La vendita all’asta di un dollaro e’ un divertente gioco nato come tentativo di spiegare il problema
della tossicodipendenza. Il gioco descrive una serie di fenomeni sociali e naturali, attraendo cosi
l’interesse di fisici, biologi, sociologi, esperti di politica e esperti di strategie militari mentre i filosofi
e gli psicologi ne sono interessati per le sue implicazioni nei processi decisionali.
Il gioco, utilissimo nella descrizione, o modellizzazione, dei conflitti insegna che la strategia
vincente e’ di uscire preventivamente oppure evitare di prendervi parte.
Si tratta di una vera e propria asta, con tanto di banditore e di offerenti e tutte le regole di una
buona asta, ovvero il miglior offerente si aggiudica il bene (nel nostro caso il dollaro). L’unica
eccezione rispetto a un’asta ordinaria e’ che il secondo miglior offerente deve pagare la somma
offerta senza tuttavia avere nulla in cambio.
Nel 1971 il Journal of Conflict Resolution pubblicò un lavoro di Martin Shubik che, agli inizi degli
anni ’50, insieme al Nobel John Nash, aveva ideato una versione del gioco. Nel suo resoconto
Shubik sostiene che talvolta è riuscito a vendere il dollaro anche per più di tre dollari, oltre ad
intascare, come prescritto dalle regole, la somma del secondo offerente (si racconta di una vendita
di un dollaro per circa venti dollari).

L’asta presenta tre “punti crititci”. Il momento iniziale e’, secondo Shubik, il primo,
persone potrebbero non prendere parte al gioco. La soglia dei 50 cent e’ il secondo
in quanto i partecipanti potrebbero riflettere sul fatto che il valore della posta in gioco
raggiunto (considerando l’offerta del primo e del secondo offerente) e il banditore
e’ l’unico vero vincitore.
Il terzo “punto critico” del gioco e’ la soglia del dollaro. A questo punto, il miglior
perderebbe ancora nulla, paga 1 dollaro per avere 1 dollaro, mentre il secondo
perderebbe 99 cent senza avere nulla in cambio. Quest’ultimo allora alza la posta
aggiudicarsi il dollaro perdendo solo qualche cent. L’avversario fa lo stesso discorso
via a una rapida escalation fra i concorrenti e raggiungere cosi’ poste molto alte.

Gli psicologi sperimentali hanno riprodotto il gioco in laboratorio, dove i partecipanti potessero
seguire determinati protocolli e osservare con le apparecchiature a loro disposizione gli stati
emotivi e cognitivi dei soggetti. Ebbene l’inclinazione dei soggetti a proseguire irrazionalmente
nell’escalation è stata confermata. I partecipanti hanno mostrato evidente sudorazione, angoscia, e
alterazioni del battito cardiaco, mostrando stati di stress simili a quelli dei paracadutisti che si
lanciano da un aeroplano. Non poco per un semplice gioco di società.
Ma come è possibile vincere nel gioco dell’asta e evitare la spirale dell’escalation? Beh, prima che
inizi l’asta sarebbe bene che i partecipanti si rendessero subito conto della “trappola” e non
prendessero parte al gioco. In questa situazione nessuno perderebbe nulla e il banditore non
guadagnerebbe nulla. Ma questa è solo la soluzione in una condizione ideale. Nella fattispecie una
volta che si è ingannati e si è coinvolti è ancora possibile per i giocatori uscire senza perdere nulla.
Basterebbe, infatti, che di comune accordo decidessero di fermarsi prima che l’offerta raggiunga i 50 cent e dividessero, poi, il dollaro fra di loro. Il banditore sarebbe l’unico a perderci. In generale,
la cosa migliore, una volta iniziata l’asta è uscirne prima possibile.

Molti fenomeni nella nostra vita quotidiana sono modellizzabili dal gioco dell’asta. Penso che a
tante persone sia capitato di stare alla fermata dell’autobus e aspettarlo invano. Maggiore è il
tempo di attesa meno si è propensi a rinunciare e prendere un taxi o fare una passeggiata. Si è
investito troppo nell’attesa e l’idea di abbandonare la fermata con la prospettiva che l’autobus
possa arrivare dopo pochi attimi è irrazionalmente dominante.
Anche il gioco del lotto è un’asta. I giocatori fanno presto ad entrare nel meccanismo
dell’escalation: basta puntare un po’ di soldi su un numero che non esce da un po’ di tempo.
Appena la somma scommessa diventa significativa il giocatore entra nella “spirale” cercando di
rifarsi delle somme scommesse rimettendoci talvolta una fortuna. Chi incassa (il banditore) è
l’unico a essere felice.
Lo sciopero è un altro tipico esempio in cui tutte le parti in “conflitto” quasi sempre ne escono
sconfitte. La parte che proclama lo sciopero quasi mai riesce a ottenere un beneficio che possa
compensare i danni causati dallo sciopero.
Le guerre, infine, rappresentano un tipico esempio in cui entrambi le parti (vincitori e vinti) “pagano”
un prezzo troppo alto (in termini di vite umane) qualunque sia la posta in gioco. La vendita all’asta
mostra la trappola dell’escalation nella quale cadono i paesi belligeranti. Tanti conflitti passati e
presenti ne sono una prova. L’oggetto conteso dalle parti, per esempio un territorio, rappresenta il
nostro dollaro messo all’asta, gli offerenti dell’asta sono le spese militari sostenute da ciascun
paese coinvolto mentre il banditore è colui che raccoglie i benefici delle spese militari delle
nazioni.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Greetings. I like your article. This is a nice site and I wanted to post a note to let you know. good job!

Anonimo ha detto...

Che un bel post. Adoro leggere questi tipi o articoli. Posso? T aspettare di vedere ciò che altri hanno da dire.

Anonimo ha detto...

Come un principiante, io sono sempre alla ricerca online per gli articoli che mi può aiutare. Grazie Wow! Grazie! Ho sempre voluto scrivere nel mio sito qualcosa di simile. Posso prendere parte del tuo post sul mio blog?

nonhovoglia ha detto...

si si prendi pure se poi ci metti dove l'hai trovato mi fai un favore :)