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Ho iniziato a leggere "Le porte della percezione" una raccolta di due saggi (il primo dal titolo omonimo, il secondo intitolato "Paradiso e Inferno") rispettivamente del 1953 e del 1955 ad opera dello strabiliante e irrequieto scrittore inglese
Aldous Huxley.
La biografia di questo scrittore è incredibile basti pensare, per esempio, che fu insegnante di
George Orwell ad Eton, che conobbe D.H.Lawrence, che viaggiò ripetutamente in Italia, in India, in Centro America e negli Stati Uniti (dei quali rifiutò la cittadinanza dopo essersi strasferito in California nel 1942, in quanto rifiutava di ascrivere il suo pacifismo fra i credi religiosi), che divenne vegetariano e iniziò a meditare, che fece uso di allucinogeni quali la mescalina e l'LSD.
Il testo è suddiviso in due parti: il racconto delle esperienze e l'analisi di esse. Dopo l'assunzione della
droga, l'autore nota una vivificazione dei colori che risultano oltremodo sgargianti, e un'inibizione ad agire. Il testo del'opera, misto a continue citazioni e paragoni, tende a dimostrare che la funzione del
cervello è di valvola riduttrice delle esperienze che l'organo ritiene inutili alla sopravvivenza dell'individuo.
Che dire il cervello è ancora un mistero. Leggere cose scritte nel 1954 mi fanno capire che non abbiamo fatto grossi passi avanti. Potrebbe benissimo essere un libro del 2000. La cosa che mi fa riflettere è come la nostra percezioni cambi in diverse situazioni. Penso sia una dei motivi che spingono le persone a fare sport estremi. In quei momenti prendi consapevolezza di chi sei o cosa sei. Che su questa terra rimaniamo per un battito di ciglia.
Tutti sanno che non sono immortali ma non penso che tutti la percepiscono realmente.
Vi consiglio di leggerlo. Molto interessante.
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Folco e Tiziano Terzani: interviste e ultimo libroFonti:- http://www.ciao.it/Le_porte_della_percezione_A_Huxley__Opinione_706286
- http://it.wikipedia.org/wiki/Le_porte_della_percezione